Sopravvivenza della forma

Vincenzo Ferlita / Luca Mollisi

 

A cura di Tabea Badami

 

Die Kleine Brücke art studio, Palermo

27 giugno 2019 – 05 luglio 2019

Spazio. Luce. Colore. Forma. Visione.

Sono questi i termini fondamentali che introducono il dialogo instauratosi nella doppia personale dei giovani artisti Vincenzo Ferlita e Luca Mollisi. Al centro della loro indagine pittorica si pone l’investigazione fenomenologica della luce e del colore, urgenza che accomuna i lavori in mostra, in un’apertura sulla visione in cui riecheggia il lascito di Josef Albers, figura centrale del Bauhaus.

Aprire gli occhi è la conditio sine qua non, una richiesta affatto semplice o banale: tale atto, infatti, evidenzia la maniera in cui non esista un’unica percezione corretta, intesa nella sua univocità e perfezione, bensì tante percezioni quanti sono gli osservatori. Riappropriarsi della natura primordiale della percezione e del rapporto fra l’io che osserva e l’oggetto osservato diviene un gesto essenziale nel vuoto pneumatico contemporaneo, carico di immagini veloci e costantemente in movimento. Ed è proprio nel perdersi all’interno di una pittura senza centro, in un horror vacui che conferisce ad ogni forma la stessa importanza visiva, che lo sguardo può relazionarsi con la superficie dell’immagine, osservando i rapporti fra il piano bidimensionale, la tridimensionalità dello spazio e le proprietà dei materiali. Più che un’analisi oggettiva e razionale, Ferlita e Mollisi attraverso la pittura pongono la questione della relazione fisiologica, psicologica, dunque soggettiva, con il colore e la luce, la quale si pone come medium imprescindibile. L’accento non viene posto sull’attribuzione di una funzione o di un significato specifici alla pittura, bensì sull’intendere quest’ultima come matière, “come una sostanza che appare” e che cambia a seconda della manipolazione, dell’illuminazione e della sistemazione. In tal modo si manifesta la complessità della visione, in uno scarto tra forma nota e forma percepita, nel divario tra il fatto fisico e l’effetto psichico. Le interazioni fra i colori, fra il colore e la luce, suggeriscono una profondità, nella ripetizione e nella differenza, determinata dalla trasparenza, dalla intensità. In certi momenti la forma sembra venire fuori dall’immagine, subito dopo è come se si ritraesse nelle profondità della pittura: tuttavia, nonostante le operazioni di sintesi, la forma sopravvive.